Questo tipetto da spiaggia è Molten, un meticcio di 15 mesi di taglia medio piccola.
Lo abbiamo adottato poco più di un anno fa, aveva poco più di due mesi. A parte i primi giorni di disorientamento, si è subito sentito il quinto membro della famiglia.
Si è ambientato talmente bene che dopo poco, ha iniziato a distruggere tutto quello che era alla sua portata. Alcuni oggetti per colpa nostra: ciabatte, scatole, magliette e altro lasciato in bella vista. Altri, invece, per sua iniziativa: tende del salone (con relativa asta), tenda del corridoio, carta da parati (che dovevamo cambiare, ma non per iniziativa del teppista), “caldobagno”, cuscino della cuccia…
Con le prime passeggiate abbiamo riscontrato in Molten una paura nei confronti degli altri cani. Questo lo portava ad essere iper-agitato e a non godersi i momenti della passeggiata. Era letteralmente terrorizzato, si guardava continuamente in torno anche mentre camminava. Una sera si è liberato dalla pettorina ed è corso via. Fortunatamente si è diretto verso il portone di casa e lì si è fermato.
Abbiamo allora deciso di rivolgerci ad un educatore. Non conoscendo nessuno e non sapendo a chi rivolgerci abbiamo iniziato una ricerca su internet. La scelta è ricaduta su un educatore che si è reso disponibile a venire a casa. Durante il primo incontro ci ha insegnato i vari esercizi “di base” (seduto, terra) e come comportarci in strada quando incontravamo un altro cane.
Tutto bene con gli esercizi. Molten imparava alla svelta: voleva a tutti i costi i croccantini. Dopo pochi giorni si metteva seduto e “a terra” da solo senza il nostro comando. La furia distruttiva si era placata e credevamo che quell’aspetto fosse risolto. Ci sbagliavamo ed il perché lo avremmo capito mesi dopo.
Per strada il terrore di Molten verso gli altri cani imperversava incontrastato, anzi peggiorava. Il “rimedio” di distrarre il cucciolo con dei bocconcini e fargli sembrare l’incontro positivo non poteva essere messo in pratica: Molten rifiutava qualsiasi cosa, anche i succulenti Wurstel.
Non c’è bisogno di sottolineare che non c’era modo di educare Molten a fare i bisogni fuori casa: l’esigenza di tornare a casa (il suo rifugio) prevaleva su tutto.
Il secondo incontro con l’educatore non c’è mai stato: vuoi perché gli orari non coincidevano mai con le nostre esigenze, vuoi perché, a torto o a ragione, dubitavamo delle sue competenze.
Eravamo arrivati a ridosso delle vacanze di Natale e la decisione fu quella di provare ad “educare” Molten durante il periodo natalizio, ma i risultati del “fai da te” non sono stati assolutamente positivi.
Ci siamo messi alla ricerca di un nuovo educatore, ma per un motivo o per un altro non ci convincevano.
Ed è allora che siamo arrivati, per caso, al “Barking Dogs”. Cosa aveva di più degli altri centri cinofili o educatori che erano stati presi in considerazione ? Niente, solo la vicinanza della loro sede con il rimenssaggio dove “dorme” il nostro camper. Mandammo una email e prendemmo un appuntamento per un incontro preliminare.
Da quel sabato è iniziato il percorso insieme a Francesca che ci ha condotto a scoprire Molten.
Abbiamo subito capito che le lezioni non facevano bene solo a Molten, ma, soprattutto, a noi. Dopo ogni incontro vedevamo Molten sotto un’ottica diversa. Capivamo i suoi segnali, anche se non sempre eravamo pronti a comportarci di conseguenza.
Possiamo certamente affermare che i dieci incontri al Barking Dogs, alla fine, sono serviti più a noi che al nostro “cucciolo”. Per esempio, scoprire che un’occhiataccia è più efficace di una “sculacciata”, ignorarlo è più efficace che sgridarlo, una carezza al momento giusto è più efficace che riempirlo di attenzioni ci hanno permesso di vivere insieme a Molten in modo totalmente diverso.
Insieme al percorso “formativo”, per risolvere il problema del terrore verso gli altri cani, Francesca ci ha suggerito “una terapia d’urto”: per due/tre volte a settimana, per due mesi, Molten è stato un frequentatore dell’asilo del Barking Dogs. Per forza di cose, dovendo stare tutto il giorno con i suoi simili, la paura è via via diminuita.
Per proseguire il percorso iniziato lo scorso marzo, abbiamo deciso di andare in vacanza al mare dove ci fosse una spiaggia per i nostri amici a quattro zampe. Abbiamo scoperto un altro Molten: tutto il lavoro svolto nei mesi precedenti cominciava a manifestarsi. Anche il problema dei bisogni sembrava risolto.
Finalmente lo vedevamo giocare con gli altri cani, imparare ad essere cane imparando dai suoi simili, diventare il protettore del suo territorio, farci capire quando aveva necessità di fare i suoi bisogni, non scappare terrorizzato ad ogni incontro con un suo simile.
Tutto questo sembrava essersi consolidato anche durante il nostro consueto viaggio estivo in europa.
Ma mai cantar vittoria prima di aver vinto. Con l’inizio della scuola ed il ritorno alla “normalità” è iniziata una regressione. Molten è tornato ad essere distruttivo ed a fare i suoi bisogni in casa, soprattutto quando rimaneva da solo. Una vera doccia fredda.
Dopo lo scoramento iniziale abbiamo cercato di rimettere in pratica gli insegnamenti di Francesca e, con l’aggiunta di nostre iniziative, stiamo portando Molten ad essere un cane “normale”, con delle regole più o meno ferree (dipende dal componente della famiglia che le deve far rispettare). Il “furbastro”, però, sa benissimo con chi può prendersi delle libertà e con chi no… e su questo aspetto stiamo ancora lavorando.
Con lui non possiamo abbassare la guardia, ma, questo, Francesca ce lo aveva detto dopo poche lezioni.
Questa vuole essere la testimonianza del percorso (difficile) fatto da Fabio, Sabrina, Giulia (15 anni) ed Aurora (8 anni) insieme a Molten. Il percorso non è terminato, ma crediamo di avere gli strumenti giusti per portarlo a termine.